Il vomito cronico nel gatto è caratterizzato da episodi persistenti o ricorrenti di vomizione per un periodo prolungato di almeno due settimane. Il vomito è l’espulsione forzata e riflessa del contenuto dello stomaco attraverso la bocca. In alcuni casi, il materiale proveniente dal duodeno dell’intestino tenue può essere incluso nel contenuto vomitato.
Sebbene un episodio occasionale di vomito possa essere considerato normale, la presenza di vomito cronico e persistente solitamente indica la presenza di una patologia sottostante. Una condizione di vomito cronico spesso conduce a un’insufficiente assorbimento di sostanze nutritive, causando una perdita di peso progressiva. Talvolta, il vomito può essere accompagnato da episodi di diarrea.
Prima dell’episodio di vomito, il gatto può manifestare segni di irrequietezza, salivazione e tentativi di vomito, seguiti da contrazioni addominali intense durante l’espulsione del contenuto gastrico. È essenziale distinguere tra la vomizione acuta e quella cronica, oltre a differenziare il vomito dal rigurgito, che rappresenta l’espulsione passiva retrograda di liquidi, cibo o muco dall’esofago. Le cause, le indagini diagnostiche e gli approcci terapeutici per il rigurgito sono diversi da quelli per il vomito persistente.
In generale, il vomito cronico non risponde alle terapie sintomatiche e richiede un’approfondita valutazione diagnostica per identificare la causa sottostante. Nel caso in cui il gatto continui a vomitare nonostante gli sia stato negato l’accesso al cibo, se gli episodi di vomito sono ricorrenti e/o se il vomito è accompagnato dalla presenza di sangue, è consigliabile consultare immediatamente il veterinario. Inoltre, nel caso in cui il gatto manifesti segni di dolore, affaticamento o altri sintomi di malessere, è altrettanto importante contattare tempestivamente il veterinario per una valutazione completa della sua condizione.
Segni a cui prestare attenzione
Ecco alcuni segni a cui il proprietario dovrebbe prestare attenzione:
- Vomito intermittente: episodi di vomito che si verificano in modo sporadico, senza una causa apparente o senza una chiara relazione con l’alimentazione.
- Appetito variabile: un’alterazione del comportamento alimentare, manifestata da cambiamenti nella quantità o nella frequenza del consumo di cibo.
- Perdita di peso: una riduzione significativa e involontaria del peso corporeo, spesso associata a una diminuzione dell’apporto nutrizionale.
- Letargia: uno stato di sonnolenza e ridotta attività fisica, con scarsa reattività agli stimoli esterni.
- Diarrea: evacuazioni intestinali frequenti e liquide, che possono essere indicative di disturbi gastrointestinali.
- Aumento della sete: un incremento significativo del consumo di acqua, noto come polidipsia, che può essere associato a diverse condizioni mediche.
- Presenza di sangue nel vomito o nelle feci: la comparsa di sangue nelle espulsioni gastriche o nelle feci, nota come ematemesi o melena rispettivamente, è un segno di rilevanza clinica e richiede una valutazione approfondita.
Tali segni possono indicare una vasta gamma di disturbi e patologie, inclusi problemi gastrointestinali, malattie renali, endocrine o altre condizioni sistemiche. Pertanto, di fronte a uno o più di questi segni, è consigliabile consultare tempestivamente il veterinario al fine di identificare la causa sottostante e avviare un appropriato piano diagnostico e terapeutico.
Cause del vomito cronico nel gatto
Il vomito cronico può essere una manifestazione di patologie del tratto gastrointestinale o può derivare da altre malattie sistemiche. È di fondamentale importanza identificare la causa esatta del problema. Se la causa sottostante non viene rimossa o trattata, è improbabile che il vomito si risolva.
Le cause del vomito cronico possono includere quanto segue:
- Indiscrezione alimentare cronica e ricorrente, che può essere dovuta al consumo di cibo avariato, sovralimentazione (eccesso di cibo), ingestione di corpi estranei o improvvisi cambiamenti alimentari.
- Intolleranza alimentare, una reazione a determinati componenti del cibo, spesso associata a specifiche proteine, lattosio (intolleranza al lattosio), diete ad alto contenuto di grassi o alcuni additivi alimentari.
- Infezioni batteriche come Salmonella ed Helicobacter..
- Infezioni fungine, tra cui istoplasmosi, aspergillosi e ficomicosi.
- Parassiti, come ascaridi, anchilostomi e Giardia.
- Assunzione di alcuni farmaci e/o l’esposizione a tossine che irritano direttamente la mucosa gastrointestinale, tra cui farmaci antinfiammatori non steroidei, corticosteroidi, alcuni antibiotici, insetticidi, metalli pesanti e prodotti per il prato e il giardino.
- Occlusione graduale del tratto gastrointestinale, causata da corpi estranei, neoplasie, intussuscezioni, parassiti o altre anomalie strutturali.
- Malattie metaboliche, come malattie epatiche e renali, diabete mellito non controllato e ipertiroidismo, che possono causare vomito, sebbene tipicamente si manifesti con episodi acuti.
- Disturbi addominali, come pancreatite cronica, infezioni renali, neoplasie di altri organi addominali e aderenze degli organi addominali.
- Disordini della motilità gastrointestinale, in cui il cibo rimane intrappolato nello stomaco e nell’intestino invece di essere evacuato normalmente, inducendo così il vomito.
- Malattie infiammatorie intestinali, caratterizzate dall’infiammazione delle pareti del tratto gastrointestinale, possono essere di origine autoimmune e presentarsi con vomito cronico accompagnato da diarrea, perdita di peso e cambiamenti nell’appetito.
- Problemi di cattiva digestione e malassorbimento, come la linfangectasia, che causano vomito cronico, diarrea e perdita di peso.
- Ulcere gastrointestinali, talvolta associate a patologie e neoplasie intestinali, nonché a patologie epatiche e renali, possono provocare vomito cronico, anche se sono relativamente rare.
- Costipazione, una defecazione infrequente, incompleta o difficile, caratterizzata dall’emissione di feci dure e secche, può portare al vomito come complicazione secondaria.
- Tumori a crescita lenta del tratto gastrointestinale, che possono produrre vomito intermittente che tende ad aggravarsi nel tempo.
Diagnosi
Per giungere a una diagnosi accurata riguardo al gatto affetto da vomito cronico, è essenziale eseguire un’attenta anamnesi e un esame fisico approfondito. Questi approcci iniziali consentono di stabilire un piano diagnostico appropriato.
Tra gli esami diagnostici consigliati rientrano:
- Esame emocromocitometrico completo (CBC): questo esame valuta la presenza di infezioni, infiammazioni e segni di anemia.
- Profilo biochimico: un’analisi del sangue mirata a valutare la funzionalità renale, epatica e pancreatica, nonché i livelli di elettroliti, proteine e zuccheri nel sangue.
- Analisi delle urine: questo esame consente di valutare la funzionalità renale e lo stato di idratazione del gatto.
- Esami fecali multipli: un’indagine mirata per escludere la presenza di parassiti interni come possibile causa del vomito.
- Radiografie addominali: questo esame è utile per valutare gli organi addominali, individuare eventuali anomalie strutturali, corpi estranei, neoplasie o liquidi anomali.
- Radiografie toraciche: nel caso in cui si sospetti la presenza di neoplasie, queste radiografie diventano fondamentali per valutare eventuali metastasi ai polmoni.
Esami selezionati su base individuale
Il veterinario potrebbe raccomandare ulteriori test per garantire la gestione clinica ottimale dell’animale, selezionando tali esami in base alle specifiche esigenze di ogni caso.
Tra gli esami diagnostici aggiuntivi, possono essere inclusi:
- Ecografia addominale: questa procedura permette di valutare gli organi addominali, individuare la presenza di neoplasie, ispessimento delle pareti intestinali, corpi estranei e altre potenziali anomalie.
- Esami tiroidei: sono raccomandati, soprattutto nei gatti anziani con vomito cronico, per escludere l’ipertiroidismo.
- Esami degli acidi biliari: vengono eseguiti quando si sospetta una patologia epatica.
- Misurazione dei livelli di piombo nel sangue: può essere indicata in caso di una possibile esposizione al piombo, se nelle radiografie addominali si notano segni compatibili con l’avvelenamento da piombo o in presenza di cambiamenti nella conta ematica suggestivi di una tossicità da piombo.
- Esame radiografico con mezzo di contrasto (bario) del tratto gastrointestinale superiore: è consigliato nei casi in cui i test iniziali non confermino una diagnosi e il vomito persista. Si somministra il bario al gatto e si eseguono radiografie per monitorare il transito del mezzo di contrasto attraverso l’intestino dell’animale.
- Gastroduodenoscopia (endoscopia del tratto gastrointestinale superiore): questa procedura implica l’inserimento di un endoscopio flessibile dotato di un apparato ottico e di una fonte luminosa nello stomaco e nel duodeno del gatto. La gastroduodenoscopia consente di individuare e rimuovere corpi estranei nello stomaco, identificare neoplasie e ulcere e raccogliere campioni per coltura e biopsia.
Nel caso in cui altri test diagnostici non rivelino la causa del vomito cronico o qualora fosse necessario intervenire chirurgicamente, il veterinario può raccomandare una laparotomia esplorativa. Tale procedura consente di esplorare l’addome del gatto per individuare eventuali anomalie o patologie che richiedono un intervento chirurgico.
Trattamento del vomito cronico nel gatto
Il veterinario potrebbe raccomandare uno o più degli esami diagnostici sopra menzionati al fine di identificare la causa sottostante del vomito cronico nel gatto. Il trattamento sintomatico del gatto con vomito cronico è spesso difficile, pertanto è essenziale individuare la causa sottostante per instaurare una terapia specifica e mirata.
Mentre l’iter diagnostico è in corso, in alcuni casi è possibile provare trattamenti aspecifici (sintomatici) per ridurre la gravità dei sintomi o fornire sollievo temporaneo all’animale. Tuttavia, è importante sottolineare che la terapia aspecifica (sintomatica) non sostituisce il trattamento definitivo della malattia sottostante responsabile della condizione del gatto.
Tra i trattamenti aspecifici possibili:
- Digiuno controllato: evitare di somministrare cibo e acqua al gatto per diverse ore (solitamente 12-24 ore) per consentire al tratto gastrointestinale di riposare. Successivamente, si procede con una reintroduzione graduale di piccole quantità di cibo leggero nel corso di diversi giorni per assicurarsi che il vomito non si ripresenti.
- Antiemetici: gli antiemetici devono essere utilizzati con cautela, poiché l’obiettivo principale è identificare e trattare la causa sottostante del vomito. Tuttavia, in casi specifici, il veterinario potrebbe raccomandare l’uso di questi farmaci per alleviare il sintomo del vomito e fornire temporaneo sollievo al gatto.
- Antiacidi: gli antiacidi, come la cimetidina (Tagamet), la famotidina (Pepcid) o la ranitidina (Zantac), possono essere utilizzati in alcuni casi per ridurre la produzione di acido dello stomaco e apportare beneficio nel trattamento del vomito cronico nel gatto.
- Protettori gastrici: farmaci come il sucralfato (Carafate) possono essere utilizzati per rivestire la mucosa intestinale irritata e offrire un sollievo aggiuntivo.
La terapia specifica per il vomito cronico dipende dalla causa sottostante e può variare notevolmente. Essa può includere l’uso di farmaci specifici, cambiamenti alimentari e, in alcuni casi, interventi chirurgici per trattare efficacemente la condizione del gatto.
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