I disordini della motilità gastrica rappresentano un insieme di disturbi che interessano il normale funzionamento dello stomaco del gatto. Immagina lo stomaco come un motore che deve lavorare in modo fluido per permettere la corretta digestione. Quando questo motore non funziona a dovere, possono manifestarsi diversi problemi gastrointestinali, come difficoltà nella digestione e nell’assorbimento dei nutrienti.
La motilità gastrica, ovvero la capacità dello stomaco di contrarsi e rilassarsi in modo coordinato, è fondamentale per la salute del gatto. Un corretto funzionamento dello stomaco garantisce una digestione ottimale e un adeguato assorbimento dei nutrienti, elementi essenziali per il benessere generale dell’animale.
Comprendere i disturbi della motilità gastrica nel gatto può sembrare complicato, ma non preoccuparti. In questo articolo, ti spiegheremo quali sono i sintomi a cui prestare attenzione, quali sono le cause più comuni e quali sono i possibili trattamenti.
Cause
I disordini della motilità gastrica nel gatto possono avere diverse cause, alcune delle quali sono legate a problemi di salute specifici, mentre altre possono essere più difficili da individuare. Ecco un elenco delle cause più comuni:
Disturbi del metabolismo
Le alterazioni metaboliche possono influenzare la motilità gastrica a causa di squilibri nella produzione o regolazione degli ormoni e dei neurotrasmettitori che controllano la motilità del tratto gastrointestinale. Tra queste troviamo:
- Ipokaliemia: la carenza di potassio, o ipokaliemia, può compromettere la funzionalità neuromuscolare, inclusa la motilità gastrica. Questo si traduce in una riduzione della capacità dello stomaco di contrarsi e rilassarsi in modo coordinato.
- Insufficienza renale: l’insufficienza renale può indurre squilibri elettrolitici e l’accumulo di tossine uremiche. Tali alterazioni possono esercitare un impatto negativo sulla motilità gastrica.
Inibizione nervosa
L’inibizione del sistema nervoso, ad esempio a causa di un danno ai nervi o dell’uso di farmaci inibitori del sistema nervoso, può ostacolare la regolare contrazione e rilassamento dello stomaco. Gli esempi includono:
- Stress: situazioni di stress possono innescare una risposta neuroendocrina che altera la motilità gastrica. Di conseguenza, si possono verificare ritardi o accelerazioni nel processo di svuotamento gastrico.
- Paura: la paura intensa può indurre una risposta di “freezing” nel gatto, mediata dal sistema nervoso autonomo. Questo può determinare un rallentamento dello svuotamento gastrico.
- Dolore: il dolore, sia addominale che di origine extra-addominale, può modulare la motilità gastrica attraverso l’attivazione di vie nocicettive. Questo provoca delle reazioni fisiologiche che alterano il normale svuotamento gastrico.
- Trauma: traumi addominali possono causare lesioni dirette alla muscolatura gastrica o ai nervi enterici. Tali lesioni possono compromettere l’integrità della motilità gastrica.
Patologie gastriche primarie
Condizioni patologiche specifiche dello stomaco, quali occlusioni, gastriti o ulcere, possono indurre disfunzioni della motilità gastrica. Tali disfunzioni sono conseguenti a fenomeni di infiammazione, rigidità parietale o alterazioni strutturali.
Cause di altra natura
Questa categoria comprende disordini della motilità gastrica che possono derivare da cause diverse e non riconducibili alle altre specificate. Ad esempio, possono essere correlati a malattie sistemiche, disturbi endocrini o condizioni genetiche che influenzano direttamente la motilità gastrica.
- Reflusso gastroesofageo: il reflusso gastroesofageo si verifica quando il succo gastrico o intestinale risale dallo stomaco verso l’esofago. Questo processo può influire sulla motilità gastrica, causando un’alterazione del normale svuotamento gastrico e contribuendo alla comparsa di disordini della motilità gastrica nel gatto.
- Disautonomia: si tratta di una disfunzione del sistema nervoso autonomo, che controlla molte funzioni involontarie del corpo, compresa la motilità gastrica. In caso di disautonomia, si verifica un’alterazione della normale regolazione nervosa della motilità gastrica del gatto, con conseguenti disturbi nella contrazione e nel rilassamento dello stomaco.
- Idiopatica primaria: l’espressione si riferisce ai disordini della motilità gastrica per i quali la causa specifica rimane sconosciuta nonostante un’adeguata valutazione e indagine clinica. In questi casi, non è possibile individuare una causa specifica o sottostante per l’alterazione della motilità gastrica nel gatto.
- Farmaci: alcuni farmaci, quali FANS, oppioidi o anticolinergici, possono esercitare un’azione inibitoria sulla motilità gastrica.
- Precedente intervento di chirurgia gastrica: interventi chirurgici pregressi a livello gastrico, come la rimozione parziale dello stomaco o la correzione di un’ernia, possono indurre alterazioni anatomiche e funzionali. Questo causa delle modifiche della motilità gastrica.
L’interazione sinergica o isolata di tali cause può determinare disfunzioni significative della motilità gastrica. Pertanto, una diagnosi accurata della causa sottostante è imprescindibile per una gestione terapeutica efficace.
Sintomi
Riconoscere i sintomi dei disordini della motilità gastrica è fondamentale per intervenire tempestivamente e garantire il benessere del gatto. Ecco un elenco dei segnali a cui prestare attenzione:
- Vomito cronico postprandiale: il vomito ripetuto dopo i pasti può indicare un’alterazione della motilità gastrica.
- Distensione gastrica: un addome gonfio e teso può essere segno di un accumulo di gas, liquidi o cibo nello stomaco.
- Nausea: il gatto potrebbe mostrare segni di malessere, come salivazione eccessiva o leccamento delle labbra.
- Anoressia: la perdita di appetito o il rifiuto del cibo sono sintomi comuni di disturbi gastrointestinali.
- Eruttazione: l’emissione frequente di aria dalla bocca può indicare un’alterata motilità gastrica.
- Pica: l’ingestione di oggetti non commestibili può essere un segnale di disagio gastrointestinale.
- Perdita di peso: un dimagrimento progressivo può essere causato da problemi di digestione e assorbimento dei nutrienti.
Sebbene alcuni disordini della motilità gastrica nel gatto siano primari, molti sono secondari ad altre condizioni di salute.
I sintomi possono variare a seconda della causa e della gravità del disturbo. I segni clinici tendono ad essere di lunga durata, protrarsi per settimane o mesi, e nella maggior parte dei casi includono il vomito, spesso con cibo non digerito.

Diagnosi differenziale
A causa della variabilità e aspecificità dei sintomi riscontrabili nell’anamnesi, nell’esame fisico e nello stato generale di animali con disordini della motilità gastrica, è fondamentale considerare un’ampia gamma di diagnosi differenziali per giungere a una diagnosi definitiva. In particolare, è necessario valutare attentamente le seguenti condizioni, spesso associate a vomito cronico:
- Indiscrezione alimentare ricorrente e cronica: inclusi episodi di sovralimentazione e ingestione di corpi estranei.
- Intolleranze alimentari: che possono manifestarsi con vomito cronico e simulare disordini della motilità gastrica. Le cause comuni includono intolleranze a proteine, lattosio, diete ad alto contenuto di grassi e alcuni additivi alimentari.
- Infezioni da agenti infettivi: sia batteriche, virali, fungine che parassitarie, che possono provocare vomito cronico. Il parvovirus rappresenta una delle cause più frequenti.
- Somministrazione cronica di farmaci e/o esposizione a tossine: che possono irritare la mucosa gastrointestinale, causando vomito cronico. Esempi includono farmaci antinfiammatori non steroidei, corticosteroidi, antibiotici, metalli pesanti, insetticidi e prodotti per il giardinaggio.
- Ostruzione o blocco del tratto gastrointestinale: che impedisce il normale transito e può causare disturbi della motilità. L’ostruzione può essere dovuta a corpi estranei cronici, neoplasie, intussuscezioni, gastropatia ipertrofica o parassiti.
- Malattie metaboliche: come patologie renali, patologie epatiche, diabete mellito e ipoadrenocorticismo (morbo di Addison), che possono presentare sintomi simili a quelli dei disordini della motilità intestinale.
- Pancreatite cronica, disturbi della prostata e peritonite a basso grado: devono essere considerati nei pazienti con disturbi addominali e vomito.
- Disturbi neurologici: in particolare di natura vestibolare, che possono stimolare la regione cerebrale coinvolta nel riflesso del vomito. La disautonomia, una disfunzione del sistema nervoso autonomo, è stata riconosciuta come causa di disturbi della motilità gastrica.
- Malattie infiammatorie intestinali: caratterizzate da un accumulo microscopico di cellule infiammatorie nel tratto gastrointestinale. Il vomito è uno dei molteplici segni osservabili.
- Linfangectasia: un disturbo intestinale caratterizzato dalla dilatazione dei vasi linfatici nel tratto gastrointestinale, che provoca vomito cronico, diarrea, perdita di proteine e perdita di peso.
- Ulcere gastrointestinali: associate a patologie epatiche, patologie renali, stress o patologie pancreatiche. Il vomito cronico, con o senza presenza di sangue, è un sintomo frequente.
- Ernia iatale: caratterizzata dallo “scivolamento” di contenuto addominale nella cavità toracica attraverso il diaframma.
- Linfosarcoma: una neoplasia che invade il tratto gastrointestinale e può causare una serie di sintomi gastrointestinali.
Diagnosi
Per diagnosticare accuratamente un disordine della motilità gastrica e per escludere altre patologie con sintomatologia simile, è essenziale condurre una serie di esami diagnostici specifici.
Una diagnosi accurata è fondamentale per stabilire un piano terapeutico adeguato. Il processo diagnostico inizia generalmente con un’anamnesi completa e un esame fisico approfondito. In molti casi, sono necessari esami più specifici o avanzati.
Esami di base
Gli esami di base includono:
- Anamnesi clinica completa ed esame fisico approfondito: per la formulazione di un piano diagnostico mirato.
- Esame emocromocitometrico completo: per valutare la presenza di infezioni, infiammazioni e anemie correlate a patologie che possono causare disturbi della motilità gastrica.
- Profilo biochimico: per valutare la funzionalità renale ed epatica, i livelli di elettroliti, le proteine totali e la glicemia.
- Analisi delle urine: per valutare la funzionalità renale e lo stato di idratazione del paziente.
- Esame parassitologico delle feci: per escludere la presenza di parassiti come possibile causa concomitante.
- Radiografie addominali: per valutare gli organi interni e individuare la presenza di liquidi, corpi estranei o neoplasie.
Esami scelti su base individuale
Il veterinario può raccomandare ulteriori esami, in base alla specificità del caso clinico, al fine di ottimizzare il piano terapeutico. La scelta di tali esami è basata sul singolo paziente e può includere:
- Test di stimolazione con ACTH: per escludere l’ipoadrenocorticismo (morbo di Addison).
- Esame degli acidi biliari sierici: per valutare la funzionalità epatica.
- Dosaggio del piombo nel sangue: indicato in caso di sospetta o accertata esposizione al piombo.
- Radiografie toraciche: particolarmente importanti nei casi di vomito cronico, per individuare eventuali metastasi polmonari di neoplasie.
- Ecografia addominale: per la valutazione dettagliata degli organi addominali e l’individuazione di neoplasie. Consente anche il prelievo di campioni bioptici da organi, linfonodi e masse, generalmente con sedazione lieve.
- Studio radiografico del tratto gastrointestinale superiore con mezzo di contrasto (bario): utile in pazienti con vomito cronico e sospetti disordini della motilità gastrica, per individuare corpi estranei, neoplasie o ulcerazioni.
- Gastroscopia: indicata in pazienti con vomito, permette la rimozione di corpi estranei, la valutazione di ulcere e il prelievo di campioni bioptici per analisi istopatologiche. Richiede anestesia generale ed è spesso eseguita da uno specialista.
- Laparotomia esplorativa: considerata come ultima risorsa diagnostica in pazienti che non hanno risposto a un percorso diagnostico e terapeutico esteso. Nonostante la sua invasività, può essere necessaria per una diagnosi definitiva e un trattamento appropriato.
Trattamento
La gestione dei disordini della motilità gastrica richiede l’identificazione e il trattamento della causa sottostante. Nella maggior parte dei casi, il trattamento può essere effettuato in regime ambulatoriale. Tuttavia, nei casi più gravi, caratterizzati da vomito incoercibile e disidratazione, può essere necessario il ricovero e la terapia intensiva. Le opzioni terapeutiche includono:
- Gestione dietetica: riveste un ruolo cruciale nel trattamento dei disordini della motilità gastrica primari. Si raccomanda la somministrazione di piccoli pasti frequenti, a base di alimenti facilmente digeribili, di consistenza liquida o semiliquida e a basso contenuto di fibre. Il regime alimentare deve essere personalizzato in base alla specifica condizione del paziente.
- Fluidoterapia e correzione degli squilibri elettrolitici: nei casi gravi, è fondamentale la somministrazione di fluidi e la correzione degli squilibri elettrolitici e acido-base per contrastare la disidratazione.
- Farmaci antiemetici: l’uso di farmaci antiemetici, volti a controllare il vomito, deve essere ponderato. È preferibile identificare e trattare la causa primaria del vomito. Tuttavia, in casi selezionati, possono essere prescritti.
- Antiacidi: l’impiego di farmaci antiacidi, come cimetidina, famotidina o ranitidina, può essere utile per ridurre la produzione di acido gastrico, soprattutto in presenza di ulcerazioni.
- Protettori della mucosa gastrointestinale e adsorbenti: questi farmaci sono utilizzati per proteggere e lenire la mucosa gastrointestinale irritata e per adsorbire sostanze nocive. Il sucralfato può contribuire a proteggere la mucosa gastrica in caso di ulcere o infiammazione.
- Farmaci procinetici: in alcuni pazienti, può essere indicato l’uso di farmaci che stimolano la motilità gastrointestinale, come la metoclopramide.
- Intervento chirurgico: è indicato in pazienti con ostruzioni gastrointestinali, causate da neoplasie o corpi estranei.
Si raccomanda di seguire scrupolosamente le indicazioni del veterinario riguardo alla somministrazione dei farmaci e alla gestione dietetica. In caso di persistenza o peggioramento dei sintomi, è fondamentale contattare il veterinario per ulteriori valutazioni.
Fonti
- Albert E. Jergens, DVM, PhD, DACVIM – Diagnosis and management of GI motility disorders – DVM360 Vetted July 2020, Volume 115, Issue 7
- Dr. Bari Spielman – Gastric Motility Disorder in Cats – PetPlace
- Robert J. Washabau, VMD, PhD, DACVIM – Gastrointestinal Motility Disorders of Dogs and Cats – VIN
- Husnik R, Gaschen F. Gastric Motility Disorders in Dogs and Cats. Vet Clin North Am Small Anim Pract. 2021 Jan;51(1):43-59. doi: 10.1016/j.cvsm.2020.09.002. PMID: 33187622.