Il prurito è tra i disturbi più comuni osservati nelle cliniche veterinarie. Sia nel cane che nel gatto, la maggior parte delle patologie cutanee è caratterizzata da prurito. Purtroppo, per i gatti con cute pruriginosa le opzioni di trattamento diretto sono leggermente più limitate rispetto a quelle disponibili per i cani.
L’obiettivo del trattamento del prurito è l’eliminazione della causa sottostante. Nella maggior parte dei casi, il prurito felino può essere gestito con successo una volta identificata la causa principale.
Quali sono le cause del prurito nel gatto?
Esistono molte cause di prurito nel gatto, ma è possibile suddividerle approssimativamente in tre categorie:
- Infettive
- Allergiche (infiammatorie)
- “Tutto il resto”
Le cause infettive sono spesso di natura parassitaria, sebbene siano comuni anche infezioni batteriche e fungine.
Le cause allergiche sono generalmente di natura infiammatoria. Quando il gatto inala, ingerisce o entra in contatto in qualsiasi altro modo con un allergene, il suo sistema immunitario può reagire in modo eccessivo, per così dire, provocando infiammazione e prurito.
La categoria “tutto il resto” è lunga e diversificata. Tutto, dalle malattie genetiche ereditarie alle malattie autoimmuni ai tumori, può causare l’insorgere di una sensazione di prurito nel gatto.
Una volta che il veterinario è in grado di determinare la causa alla base del prurito, il trattamento mirerà a eliminare quella causa (se possibile) per ridurre al minimo il prurito e migliorare la qualità della vita del gatto.
Cause infettive del prurito nel gatto
Quando la cute del gatto viene infettata (che si tratti di batteri, funghi o parassiti), in genere uno dei sintomi manifestati dal gatto è il prurito.
Quando un gatto con prurito viene portato dal veterinario, uno dei primi passaggi essenziali dell’iter diagnostico è l’esame per le infezioni cutanee.
Tigna
“Dermatofitosi” è il termine medico utilizzato per l’infezione da tigna ed è tra le cause infettive più comuni del prurito felino. La dermatofitosi può essere trasmessa alle persone, quindi l’esame per la tigna, mediante coltura fungina o un esame di laboratorio più moderno chiamato PCR (reazione a catena della polimerasi), è di fondamentale importanza anche nel caso in cui il proprietario non ritenga che la tigna possa essere la causa.
Infezioni parassitarie
Più comunemente, le infezioni parassitarie (a volte indicate come infestazioni parassitarie) possono causare prurito nel gatto.
I parassiti che vivono sulla cute sono chiamati ectoparassiti, un termine che include pulci, zecche, acari e altri organismi.
Poiché molti gatti vivono esclusivamente in casa, la somministrazione di prodotti per la prevenzione contro pulci e zecche è molto meno comune nei gatti che nei cani. La riluttanza dei proprietari a somministrare questi prodotti in modo costante è in parte dovuta alla falsa percezione che il gatto domestico non possa contrarre infezioni parassitarie.
I proprietari di gatti indoor rimangono quasi sempre sorpresi quando viene loro detto che il gatto ha le pulci, anche se le pulci sono presenti in oltre il 50% dei casi di gatti con prurito.
I gatti con prurito a carico della parte posteriore del corpo, soprattutto vicino alla base della coda, rappresentano un classico caso di infestazione da pulci. Il veterinario ispezionerà visivamente cute e pelo, spesso mediante l’impiego di un pettine per pulci per verificare la presenza di “sporco di pulce”, ossia le feci delle pulci adulte.
Inoltre, vengono comunemente eseguiti raschiamenti cutanei per verificare la presenza di acari come il demodex. Tuttavia, poiché i prodotti per la prevenzione di pulci e zecche sono molto efficaci nell’uccidere le pulci e numerosi tipi di acari, alcuni veterinari tratteranno prima il gatto con prurito con questi prodotti. Ne proseguiranno l’impiego solo nel caso in cui il prurito persista.
Cause infiammatorie di prurito nel gatto
Esistono diversi tipi di allergie che possono causare l’insorgere di problemi infiammatori e di conseguente prurito nel gatto.
Le allergie più comuni che causano prurito sono:
- Allergie alimentari
- Allergie ambientali
- Ipersensibilità al morso delle pulci
Sebbene sia un’eventualità rara, il prurito di natura infiammatoria può anche essere causato da allergie da contatto.
Allergie alimentari
Nel gatto, le allergie alimentari sono solitamente causate da proteine come pollo o pesce. Contrariamente a quello che alcuni pensano, le allergie ai cereali sono estremamente rare. Alcuni proprietari spesso cambiano la dieta del gatto passando a una dieta priva di cereali, una dieta a basso contenuto di ingredienti o altre diete, pensando erroneamente che queste diete siano il modo migliore per ridurre il prurito sperimentato dal gatto.
Secondo i dermatologi veterinari, un test alimentare (food trial) è uno dei modi migliori e più convenienti per valutare se il prurito sperimentato dal gatto è dovuto a una allergia alimentare. Durante questo test, al gatto viene offerta solo una dieta idrolizzata. Le diete idrolizzate sono alimenti per animali domestici soggetti a prescrizione che non possono scatenare una risposta allergica poiché le proteine presenti in questo cibo sono state processate in particelle talmente piccole (aminoacidi) che il sistema immunitaria non può riconoscerle come proteine estranee. Pertanto, non innescano la reazione allergica.
I test alimentari durano in genere otto settimane (sebbene vi siano prove emergenti circa la possibilità di effettuare questa tipologia di test in tempi più brevi con l’aiuto di steroidi, almeno nei cani).
Una volta trascorse le otto settimane, il livello di prurito viene rivalutato. Se il prurito è migliorato in modo significativo con la dieta idrolizzata, ma tende a ripresentarsi quando vengono somministrate altre diete, una allergia alimentare è la causa principale. In questi casi, il gatto dovrebbe essere nutrito con una dieta proteica idrolizzata o una dieta a base di una proteina novella per il resto della sua vita.
Allergie ambientali
Le allergie ambientali sono causate da allergeni che vengono inalati dal gatto e che poi sviluppano la condizione allergica cutanea nota come atopia.
Queste allergie possono essere fortemente sospettate in base a fattori come la stagionalità o la regionalità, ma la diagnosi definitiva prevede test allergologici intradermici. Sebbene gli esami del sangue per le allergie siano prontamente disponibili, essi sono tuttavia meno affidabili dei testi intradermici.
Come avviene per l’essere umano, i test allergologici intradermici per il gatto prevedono l’iniezione di piccole quantità di dozzine di potenziali allergeni comuni (effettuata sotto sedazione o anestesia) per poi procedere con l’ispezione visiva della reazione della cute a ciascuna delle iniezioni.
Poiché gli allergeni ambientali, come polvere e pollini, sono quasi impossibili da evitare, i testi allergologici sono particolarmente utili nei casi in cui il proprietario del gatto sia interessato a perseguire una terapia iposensibilizzante (iniezioni per l’allergia).
Ipersensibilità al morso delle pulci
L’ipersensibilità al morso delle pulci, nota anche come dermatite allergica da pulci (DAP), è la causa primaria di patologie cutanee sia nel cane che nel gatto.
La DAP è un’allergia alla saliva delle pulci che si traduce in una risposta immunitaria sproporzionata e forte prurito anche a seguito di una piccola quantità di morsi di pulce. La classica presentazione clinica di questa condizione cutanea è la presenza di prurito nella metà posteriore del corpo del gatto.
Poiché il forte prurito che contraddistingue la DAP è causato da una quantità esigua di pulci, l’obiettivo consiste nella totale eliminazione delle pulci, sia nell’ambiente che sul gatto. Altre punture di insetti, come le punture di zanzara, possono indurre una reazione cutanea simile e prurito ma di più lieve entità.
Allergie da contatto
Le allergie da contatto, sebbene rare, possono causare prurito dopo che il gatto è entrato in contatto con un allergene.
Le reazioni alla lettiera per gatti sono un esempio comune. Ma anche alcuni tessuti, coloranti, materiali per la pulizia, plastica e piante possono causare allergie da contatto.
A differenza delle allergie ambientali, le allergie da contatto possono essere facilmente evitate una volta identificato l’agente incriminato. Quindi, la terapia a lungo termine di solito si concentra sulla rimozione dell’allergene piuttosto che sul trattamento diretto del gatto.
Cosa altro può causare prurito nel gatto?
Come accennato poc’anzi, le ragioni per cui un gatto può sperimentare prurito sono molteplici. Se il prurito non è attribuibile a una delle cause infettive o allergiche di cui sopra, il restante elenco di cause è piuttosto lungo.
Per questo motivo, il tuo veterinario di fiducia potrebbe decidere di indirizzarti a un dermatologo veterinario. Potrebbero essere eseguiti ulteriori esami, in particolare biopsie cutanee. Nel caso in cui i costi relativi all’esecuzione di ulteriori esami o al consulto di uno studio specialistico dovessero essere proibitivi, è talvolta possibile il solo trattamento dei sintomi (sebbene meno ideale).
Perché il mio gatto che vive in casa sperimenta prurito?
Molti proprietari credono erroneamente che il prurito, specie quello causato dalle pulci, possa colpire solo i gatti che vivono all’aperto. Sebbene vivere all’aperto aumenti il rischio di parassiti, tigna, allergie da contatto e allergie ambientali, vivere esclusivamente in casa non elimina il rischio.
L’elenco delle possibili cause del prurito del gatto indoor è alquanto simile a quello del gatto che vive all’aperto, anche se l’elenco classificato per probabilità possa apparire in un ordine diverso.
Come fa il veterinario a capire la causa del prurito del mio gatto?
In genere, l’iter diagnostico ha inizio con l’esecuzione di esami per la ricerca di infezioni cutanee.
Test per le infezioni cutanee
Il veterinario probabilmente eseguirà questi test per verificare se il prurito sperimentato dal gatto è causato da una infezione cutanea:
- L’esame citologico prevede il trasferimento di materiale prelevato dalla cute del gatto a un vetrino da microscopio, sia direttamente (premendo il vetrino sulla cute) che per mezzo di un nastro adesivo trasparente per raccogliere le cellule e depositarle sul vetrino.
- I raschiati cutanei sono un altro testo di routine. Si tratta di un esame molto semplice, indolore e di rapida esecuzione che consiste nel raccogliere del materiale raschiando delicatamente la cute con un cucchiaio di Volkman. Il raschiato può essere superficiale o profondo. Le cellule raccolte vengono anche esaminate al microscopio per la ricerca di acari come il demodex.
- Prelievo di campioni per strappamento del pelo dalle aree più colpite. Questi campioni vengono inviati a un laboratorio per la ricerca della infezione da tigna.
- Occasionalmente, le cliniche veterinarie eseguiranno colture fungine internamente. Tuttavia, questa pratica sta diventando sempre più rara.
Biopsie e test allergologici
Una volta escluse o trattate le infezioni, i gatti che continuano a sperimentare prurito vengono sottoposti ad altre procedure diagnostiche allo scopo di individuare la causa scatenante.
- Biopsia cutanea. Prevede il prelievo di una piccola porzione di cute successivamente sottoposta ad esame microscopico. È tra gli esami diagnostici più utili per le patologie cutanee. Lo svantaggio della biopsia cutanea è che il gatto necessita di essere sedato o sottoposto ad anestesia per poter procedere al prelievo del campione cutaneo.
- Test allergologici intradermici. Devono essere eseguiti in sedazione o anestesia generale. Sono utili per l’identificazione degli allergeni che provocano il prurito del gatto. Questo test può essere teoricamente eseguito dal tuo veterinario di fiducia, ma viene spesso condotto da dermatologi veterinari in considerazione dell’importanza che ricopre l’esperienza nell’interpretazione dei risultati.
Approccio “risposta al trattamento”
Nel caso in cui il budget del proprietario non consenta l’esecuzione di ulteriori esami, l’approccio “risposta al trattamento” viene spesso utilizzato come diagnostico:
- I gatti con sospette allergie alimentari possono essere nutriti con una dieta idrolizzata. Se rispondono bene alla dieta e il prurito scompare, ma si ripresenta altrettanto rapidamente quando la dieta abituale viene ripristinata, la diagnosti è senz’altro quella di allergia alimentare.
- Se l’applicazione di un prodotto per la prevenzioni di pulci/zecche elimina il prurito, probabilmente la causa era una infezione parassitaria.
- Allo stesso modo, se il gatto sembra migliorare dopo la somministrazione di steroidi, il problema probabilmente non è di natura infettiva bensì allergica.
Cosa posso fare per il mio gatto in caso di prurito?
Prima di iniziare un trattamento “fai-da-te” che prevede l’impiego di farmaci ad uso umano, è di fondamentale importanza consultare sempre prima il veterinario.
Bagno lenitivo
In generale, il bagno è probabilmente il posto più sicuro da cui iniziare quando lo scopo è quello di ridurre il prurito sperimentato dal gatto.
L’acqua calda lenisce la cute rimuovendo croste, forfora e allergeni ambientali come pollini o polvere, nonché altri detriti presenti sulla cute che potrebbero ospitare infezioni o creare irritazione diretta.
Non utilizzare shampoo ad uso umano.
Gli shampoo realizzati appositamente per i gatti in genere idratano la cute, riducendo il prurito. Gli shampoo per gatti che contengono avena colloidale o fitosfingosina sono di solito i più utili per ridurre il prurito.
Se nessuno shampoo da banco per gatti sembra alleviare il prurito, consulta il tuo veterinario. Uno shampoo medicato per gatti, infatti, può essere più efficace, a seconda della condizione specifica del tuo gatto.
Prodotti ad uso umano per il trattamento delle allergie
In caso di prurito, i proprietari comunemente chiedono se l’uso di antistaminici come trattamento a casa può essere efficace per contrastare il prurito sperimentato dal gatto. Purtroppo, sebbene siano farmaci sicuri da provare, non sono nemmeno lontanamente efficaci sia nel cane che nel gatto come accade per l’essere umano. Questo perché l’istamina non è il principale mediatore infiammatorio negli animali domestici allo stesso modo dell’essere umano.
Per i gatti con patologia cutanea che si manifesta sotto forma di riacutizzazioni pruriginose piuttosto che con prurito cronico quotidiano, gli antistaminici probabilmente non sono affatto utili per ridurre il prurito felino, tranne nei casi di entità molto lieve.
Tuttavia, per i casi più cronici, si ritiene che gli antistaminici possano apportare qualche beneficio e, in considerazione della sicurezza di questi farmaci, molti veterinari consiglieranno almeno di provare questi farmaci se il proprietario è alla ricerca di una soluzione da banco prontamente disponibile.
Una fonte afferma che la possibilità che un singolo antistaminico riduca il prurito felino è solo del 15% circa, ma che provare più antistaminici potrebbe aumentare le probabilità di trovare un antistaminico che possa arrecare sollievo al gatto.
Difenidramina (Benadryl), Idrossizina (Atarax), Clorfeniramina (Chlor-Trimeton), Loratadina (Claritin®) e Cetirizina (Zyrtec®) possono essere provati in sicurezza nei gatti con prurito, ma è essenziale consultare sempre il veterinario per informazioni precise circa il dosaggio.
Collare elisabettiano
Per quanto possa sembrare semplice (e anche fastidiosa), l’applicazione di un collare elisabettiano per una settimana circa rappresenta un metodo sicuro per provare a casa a ridurre il prurito sperimentato dal gatto, specie se la patologia cutanea sembra essere focale piuttosto che generalizzata.
L’uso di un collare elisabettiano impedirà al gatto di leccare l’area cutanea colpita. Il leccamento eccessivo, infatti, aumenta l’irritazione e l’infiammazione cutanea, aggravando il prurito. Evitare che il gatto si lecchi, ridurrà il prurito.
Questo non risolverà il problema sottostante, ma l’impiego di un collare elisabettiano sarà utile per guadagnare tempo prima di fissare un appuntamento con il veterinario.
Creme steroidee
L’applicazione di creme contenenti steroidi non è generalmente raccomandata a causa dei potenziali effetti collaterali e della possibilità di aggravare le condizioni del gatto. Le infezioni spesso peggiorano se la risposta immunitaria dell’organismo viene in qualche modo compromessa.
Inoltre, in considerazione delle abitudini feline relative alla pulizia del pelo, qualsiasi prodotto applicato sulla cute può essere potenzialmente ingerito dal gatto. Verifica con il tuo veterinario che i prodotti che hai in casa siano sicuri e soprattutto se puoi utilizzarli.
Qual è il trattamento veterinario per il prurito felino?
Quando possibile, il trattamento veterinario in caso di prurito felino mira alla risoluzione della causa sottostante, indipendentemente che si tratti di infezioni, allergie o altre cause.
- Gli antibiotici possono essere somministrati per via orale o applicati localmente per trattare le infezioni batteriche.
- Prodotti antimicotici simili sono disponibili per le infezioni cutanee da lieviti.
- Le allergie possono essere trattate con steroidi (sono disponibili le forme iniettabili, orali e topiche), terapia iposensibilizzante e food trial.
Nei casi meno comuni in cui la causa del prurito del gatto è una malattia autoimmune, l’immunosoppressione è il trattamento di scelta, a volte con steroidi, ma di solito con farmaci come la ciclosporina, almeno per il controllo a lungo termine.
Apoquel, un farmaco comunemente usato per controllare il prurito nei cani, è utilizzato in via sperimentale dai dermatologi veterinari per curare il prurito felino. La ricerca dimostra la sua sicurezza in questa specie, ma l’efficacia è ancora oggetto di ricerca.
Al momento, la maggior parte dei veterinari non ha ancora sufficiente esperienza con Apoquel nei gatti per poter formulare raccomandazioni sul suo impiego in questa specie.
Come prevenire l’insorgere di prurito cutaneo nel gatto
Seguire un costante protocollo di prevenzione contro pulci e zecche è la strategia più importante per ridurre al minimo il rischio di patologie cutanee pruriginose, anche se il gatto non esce mai all’aperto e non mostra segni evidenti di una malattia cutanea.
Oltre a questo, le strategie di prevenzione mirano principalmente a ridurre il prurito o a diminuire la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni negli animali in cui è già stata appurata la presenza di patologie cutanee.
Olio di primula e olio di pesce
Gli integratori di olio di primula e olio di pesce forniscono un sollievo minimo ai gatti con prurito se somministrati singolarmente, ma possono agire in modo sinergico con altre terapie già in essere. Poiché questi integratori sono economici, sicuri e ampiamente disponibili, molti proprietari li somministreranno in ogni caso nel tentativo di ridurre le possibilità che il gatto sviluppi patologie cutanee.
L’efficacia di questo metodo è attualmente sconosciuta.
Antistaminici
Allo stesso modo, la somministrazione orale quotidiana di antistaminici è una strategia utilizzata per ridurre la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni nei gatti con prurito cronico, ma è improbabile che la somministrazione in gatti che non sperimentano prurito possa prevenire l’insorgere di patologie cutanee.
Probiotici
Esistono alcune prove emergenti che la somministrazione quotidiana di probiotici può contribuire a evitare alcune tipologie di prurito cutaneo negli animali domestici, ma non è affatto un toccasana per un gatto con prurito.
Fonti
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