Endocardite nel cane: cause, sintomi e trattamento

Il termine “endocardite” denota una condizione patologica caratterizzata da un’infezione localizzata a livello di una delle valvole cardiache del cane. Pur coinvolgendo potenzialmente qualsiasi valvola cardiaca, le sedi maggiormente colpite sono solitamente la valvola mitrale e la valvola aortica.

L’endocardite si manifesta mediante l’insorgenza di un processo infettivo in cui i batteri accedono al sistema circolatorio e si stabiliscono sulle strutture valvolari del cuore. L’origine di tali batteri può essere riconducibile a un’infezione sistemica che coinvolge l’intero organismo del cane, a una lesione cutanea, a un ascesso, a una procedura chirurgica o persino a una grave patologia dentale.

Alcuni cani manifestano una maggiore suscettibilità all’endocardite rispetto ad altri. In molti casi, questa condizione patologica interessa una valvola cardiaca già compromessa. Tale compromissione può derivare da un difetto cardiaco, con conseguente instaurarsi di flusso ematico irregolare a carico della valvola stessa, fenomeno in grado di indurre la formazione di tessuto cicatriziale. Inoltre, un’infiammazione che coinvolge i tessuti cardiaci o procedure chirurgiche possono contribuire all’insorgenza di tale danno.

L’endocardite è più comune nei cani di mezza età e anziani, in particolare nelle razze di taglia grande. I maschi sono più comunemente colpiti rispetto alle femmine. Le razze più colpite includono Labrador Retriever, Pastore Tedesco, incroci con il Pastore Tedesco, Golden Retriever e Rottweiler.

L’endocardite è relativamente rara nel cane.

Segni clinici dell’endocardite nel cane

  • Segni aspecifici nelle prime fasi dell’endocardite: durante le fasi iniziali della malattia, i segni dell’endocardite spesso mancano di specificità. I cani colpiti possono manifestare segni generali e non distintivi di malessere, come perdita di peso e letargia.
  • Manifestazioni legate alla disseminazione batterica: durante la progressione dell’endocardite, l’infezione può diffondersi nell’organismo. In questo contesto, i cani possono presentare sintomi quali zoppia e dolori articolari. Questo è dovuto all’effetto dell’infezione sui tessuti e sul sistema immunitario.
  • Impatto sull’efficienza cardiaca: con l’avanzare della malattia, l’endocardite inizia a influenzare la funzione del cuore. Ne consegue che i cani possono sviluppare segni di insufficienza cardiaca. Questi segni possono includere tosse persistente, intolleranza all’esercizio fisico e debolezza generale.
  • Segni respiratori e cardiovascolari: l’endocardite avanzata può provocare sintomi legati al sistema respiratorio e cardiovascolare. I cani potrebbero manifestare respiro affannoso o difficoltà respiratorie a causa dell’impatto dell’infiammazione sulle funzioni cardiache e polmonari.
endocardite cane
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Diagnosi

Durante l’esame fisico del cane possono emergere una serie di segni o indizi che potrebbero far pensare alla presenza di endocardite. Il veterinario potrebbe identificare la presenza di un soffio cardiaco, indicativo di un flusso ematico irregolare attraverso una valvola cardiaca. Inoltre, le alterazioni nella pressione sanguigna sono frequentemente correlate all’endocardite. In alcuni casi, queste alterazioni possono risultare così significative da poter essere rilevate durante la valutazione del polso arterioso degli arti posteriori del cane.

Il veterinario condurrà ulteriori esami al fine di pervenire a una diagnosi definitiva di endocardite. Questi esami potrebbero comprendere:

  • Esami del sangue: possono includere un esame emocromocitometrico completo e un profilo biochimico del siero. Questi esami possono rivelare anomalie compatibili con l’endocardite o altre infezioni.
  • Radiografie toraciche: spesso mostrano un ingrossamento del cuore o segni di insufficienza cardiaca, caratteristici dell’endocardite avanzata.
  • Elettrocardiografia (ECG): potrebbe evidenziare un battito cardiaco irregolare, un reperto comune nei casi di endocardite.
  • Ecocardiografia (ecografia del cuore): questo esame consente la visualizzazione delle strutture valvolari. È spesso uno degli strumenti diagnostici più utili per confermare la presenza di endocardite.
  • Test per le malattie infettive: questi test includono emocolture e test per agenti patogeni specifici. Contribuiscono all’identificazione dell’agente responsabile dell’endocardite. Sfortunatamente, i falsi negativi sono comuni.

L’endocardite può rivelarsi una sfida dal punto di vista diagnostico. La sua conferma si basa sulla valutazione dell’aderenza del cane ai criteri diagnostici specifici per l’endocardite, poiché non esiste un test univoco per stabilire la presenza di questa condizione.

Quando il cane presenta segni clinici coerenti con l’endocardite, cioè segni che sono tipici o indicativi di questa condizione, ciò può essere altamente suggestivo della presenza di tale condizione. Questo sospetto diventa quindi una base valida per adottare le misure terapeutiche adeguate e necessarie per trattare il possibile problema cardiaco.

Trattamento dell’endocardite nel cane

L’approccio terapeutico all’endocardite prevede l’impiego di cicli antibiotici prolungati. Solitamente, la somministrazione di tali antibiotici viene mantenuta per un periodo compreso tra 4 e 6 mesi. La selezione degli agenti antibiotici si basa frequentemente su colture batteriche, che rivestono un ruolo determinante nell’individuare l’antibiotico più efficace per un’infezione specifica.

Parallelamente, possono essere raccomandate terapie di supporto, tra cui l’utilizzo di farmaci analgesici (per alleviare il dolore articolare), la somministrazione di fluidi per via endovenosa (per contrastare la disidratazione) e l’impiego di farmaci mirati al trattamento dell’insufficienza cardiaca.

L’andamento del trattamento è seguito attentamente mediante una sorveglianza clinica che include l’esecuzione di radiografie toraciche, esami del sangue e ulteriori esami cardiaci, a seconda di ogni caso specifico.

Prognosi

La prognosi dell’endocardite nel cane è influenzata da vari fattori determinanti quali la localizzazione della valvola cardiaca coinvolta, l’identità microbiologica degli agenti infettivi coinvolti e la condizione generale di salute dell’animale.

L’endocardite che colpisce la valvola aortica solitamente presenta una prognosi meno favorevole, dovuta alla potenziale complessità dell’interazione patologica. Diversamente, l’endocardite a carico della valvola mitrale mostra spesso un decorso più lento, estendendosi su un intervallo temporale che varia da mesi a anni. Queste differenze di prognosi sono in gran parte influenzate dalle peculiari caratteristiche anatomiche e funzionali delle valvole coinvolte, nonché dalla dinamica delle infezioni che vi si insediano.

Fonti

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