La cheratite eosinofilica felina è una malattia infiammatoria a carico della cornea. Nei gatti affetti da cheratite eosinofilica, gli eosinofili (un tipo di globuli bianchi) invadono la cornea, conferendo alla superficie dell’occhio un aspetto biancastro-rosato. Gli eosinofili possono invadere anche la parte inferiore delle palpebre e la sottile membrana congiuntivale che ricopre la sclera (la parte bianca dell’occhio), esacerbando ulteriormente il processo infiammatorio oculare.
Cause della cheratite eosinofilica felina
Gli eosinofili sono cellule tipicamente coinvolte nelle reazioni allergiche e nella reazione immunitaria dell’organismo del gatto ai parassiti. Al momento, molte sono le ipotesi ma la causa esatta della cheratite eosinofilica felina non è ancora stata dimostrata con certezza e non si conosce il motivo per cui gli eosinofili invadono l’occhio dei gatti affetti da questa condizione.
I ricercatori hanno osservato che fino al 75% dei gatti con cheratite eosinofilica presenta anche l’herpesvirus felino (un’infezione delle vie respiratorie superiori che può interessare l’occhio). Questo suggerisce un possibile legame tra le due condizioni, ma i dettagli di questa associazione sono sconosciuti.
La cheratite eosinofilica è più comune nei gatti di età pari o inferiore ai quattro anni. Inoltre, la condizione sembra essere più comune nei gatti maschi castrati, sebbene la ragione di questa correlazione sia sconosciuta. La cheratite eosinofilica è stata osservata nei gatti domestici a pelo corto, a pelo lungo e nei gatti di razza.
Sintomi della cheratite eosinofilica felina
I gatti con cheratite eosinofilica sviluppano lesioni caratteristiche in rilievo di colore rosa, marrone chiaro (tanno), bianco o grigio sulla superficie della cornea. Queste lesioni possono interessare uno (unilaterale) o ambedue gli occhi (bilaterale). Inizialmente, il proprietario può notare la formazione di nuovi vasi sanguigni ai margini della cornea, seguita nel giro di breve tempo da una patina di colore bianco/grigio che si sviluppa sulla superficie della cornea.
Le lesioni spesso vengono notate per la prima volta sul bordo della cornea, talvolta estendendosi da dietro la terza palpebra, che gradualmente si diffondono attraverso la cornea. Col tempo, potrebbe essere interessata l’intera superficie corneale. Le lesioni croniche possono talvolta sviluppare una consistenza granulosa, a causa dei depositi di calcio all’interno delle lesioni stesse. Anche la parte inferiore delle palpebre, così come la terza palpebra, possono infiammarsi e ispessirsi.
Il gatto può sviluppare blefarospasmo e dolore in considerazione dell’irritazione dovuta allo sbattimento e allo sfregamento delle palpebre su queste lesioni rialzate e granulose. I gatti affetti spesso sviluppano secrezioni oculari dense, che possono aderire alla superficie dell’occhio, e presentano pupille ristrette (a causa del dolore) e sensibilità alla luce.
Diagnosi
La diagnosi si basa spesso in gran parte sui segni clinici. La conferma della diagnosi richiede un esame citologico della cornea, che prevede il raschiamento di un piccolo campione dalla superficie dell’occhio e l’utilizzo di un microscopio per valutare la presenza di eosinofili e mastociti (un altro tipo di cellula infiammatoria).
Potrebbero anche essere necessari ulteriori test per escludere altre possibili cause di infiammazione corneale, come glaucoma, ulcerazione corneale e produzione lacrimale insufficiente.
Trattamento della cheratite eosinofilica felina
La cheratite eosinofilica viene in genere trattata con farmaci steroidei topici, sebbene nei casi più gravi possano essere necessari farmaci steroidei orali o iniettabili. Poiché questo tipo di farmaci può causare l’aggravamento delle ulcere corneali, queste ultime dovranno essere trattate con antibiotici prima di iniziare il trattamento steroideo. In alcuni casi, possono essere somministrati farmaci topici per alleviare il dolore e ridurre gli spasmi pupillari.
Poiché la cheratite eosinofilica è spesso associata all’infezione da herpes felino, possono essere raccomandati farmaci antivirali per ridurre l’attività virale. Famciclovir può essere impiegato ad uso topico a livello oculare, mentre la lisina può agire come un farmaco antivirale orale in grado di sopprimere l’infezione da herpes felino.
Spesso sono necessari visite di controllo frequenti per monitorare la risposta del gatto alla terapia e adeguare il piano di trattamento secondo le necessità. La somministrazione dei farmaci verrà poi ridotta fino ad ottenere il dosaggio più basso efficace atto a prevenire la progressione delle lesioni e la comparsa di recidive.
Sono stati descritti anche approcci chirurgici per rimuovere il tessuto anomalo dalla cornea dei gatti gravemente colpiti dalla condizione, ma al momento non esistono studi clinici a sostegno del ricorso a questo procedura. Inoltre, l’approccio chirurgico richiede l’interruzione temporanea del trattamento steroideo e questo potrebbe portare a un aggravamento della malattia.
Spesso sono necessarie settimane o mesi di trattamento per controllare i segni clinici della cheratite eosinofilica. Nel caso in cui la condizione abbia intaccato gravemente l’occhio prima dell’inizio del trattamento, è possibile il persistere di cicatrici o depositi corneali. Tuttavia, spesso è possibile garantire ai gatti gravemente colpiti sia una buona vista che una buona qualità della vita, purché i farmaci continuino ad essere somministrati come raccomandato dal veterinario.
- Catherine Barnette, DVM – Eosinophilic Keratitis in Cats – VCA Animal Hospitals (https://vcahospitals.com/know-your-pet/eosinophilic-keratitis-in-cats)
- Martin Coster, DVM, MS, DACVO – Feline Eosinophilic Keratitis – MSPCA-Angell (https://www.mspca.org/angell_services/feline-eosinophilic-keratitis/)
- Maurice Roze, DVM, DECVO – Corneal Diseases in Cats – VIN (https://www.vin.com/apputil/content/defaultadv1.aspx?pId=11196&catId=30760&id=3854394)