La malattia valvolare mitralica rappresenta la forma prevalente di affezione cardiaca canina riscontrata nella pratica medico-veterinaria, rappresentando circa il 75% di tutte le condizioni cardiologiche diagnosticate nel cane. Questa condizione è comunemente riferita come malattia degenerativa della valvola mitrale (DMVD) o degenerazione mixomatosa della valvola mitrale (MMVD). Sebbene le valutazioni riguardo all’incidenza possano mostrare discrepanze da uno studio all’altro, si stima comunque che il 3,5% circa di tutti i cani in assistenza veterinaria al momento della valutazione presenti questa patologia. Inoltre, questa frequenza di riscontro aumenta in modo proporzionale con l’aumento dell’età dell’animale. In altre parole, è più probabile che i cani più anziani sviluppino questa condizione cardiaca.
Data la sua diffusa prevalenza, riveste un’importanza fondamentale acquisire una comprensione esaustiva riguardo alla natura di questa patologia e alle strategie terapeutiche adottate dai veterinari. A tale proposito, procederemo all’analisi più dettagliata della malattia valvolare mitralica nel cane.
Cos’è la malattia valvolare mitralica?
La malattia valvolare mitralica (MVD) rappresenta una patologia cardiaca che coinvolge la valvola mitrale, posizionata tra l’atrio e il ventricolo sinistro del cuore. Questa valvola svolge un ruolo cruciale nel mantenere un flusso sanguigno unidirezionale durante il ciclo cardiaco. Tuttavia, a causa di cambiamenti patologici, la valvola può subire deformazioni che ne compromettono la funzionalità.
Invece di preservare l’efficienza emodinamica, la valvola mitrale alterata permette un reflusso sanguigno nella direzione errata. Da qui deriva la denominazione talvolta utilizzata di “rigurgito della valvola mitrale”. Questo reflusso può essere associato a un segno clinico noto come “soffio cardiaco”, rilevabile dal veterinario all’auscultazione cardiaca.
Questo reflusso ematico comporta implicazioni significative. L’atrio, la camera superiore del cuore, non è in grado di svuotarsi completamente prima dell’arrivo di nuovo sangue, con conseguente riduzione del volume di sangue che entra nel cuore. Di conseguenza, il cuore del cane compensa accelerando il proprio battito per garantire un adeguato flusso sanguigno in tutto il corpo. Questa risposta si traduce in un ingrossamento progressivo del cuore e nell’occupazione di spazio nella cavità toracica.
In virtù del flusso sanguigno limitato verso l’atrio, si verifica un accumulo di sangue nei polmoni, generando un ritorno venoso polmonare aumentato. Nonostante l’atrio si dilati per fronteggiare questa eccessiva affluenza di sangue, nel tempo si sviluppa un accumulo di liquido nei polmoni. Questa condizione è clinicamente riconosciuta come “insufficienza cardiaca congestizia” e rappresenta la fase terminale della MVD nel cane.
La malattia valvolare mitralica è una condizione degenerativa che si sviluppa con l’avanzare dell’età del cane, risultando dunque più prevalente nei cani anziani. Alcune razze canine sono più predisposte a questa patologia e possono sperimentare alterazioni degenerative cardiache accompagnate dalla precoce comparsa di un soffio cardiaco. Questa malattia è più comune nei cani con un peso corporeo inferiore a 20 kg circa, sebbene l’incidenza nei cani di peso superiore a 20 kg sia associata a prognosi meno favorevoli. Inoltre, si registra una maggiore prevalenza nei cani maschi rispetto alle femmine, sebbene le ragione di tale differenza non siano ancora completamente comprese.
Cause della malattia valvolare mitralica nel cane
La malattia valvolare mitralica si caratterizza per un profilo degenerativo, evidenziando una progressione negativa nel tempo, con un graduale ispessimento delle valvole e una riduzione della loro capacità di regolare il flusso ematico. Sebbene la patogenesi della malattia valvolare mitralica nel cane non sia completamente compresa, sussistono diversi fattori che contribuiscono a tale fenomeno.
L’elemento genetico senza dubbio rivesto un ruolo di rilievo, dimostrato dall’osservazione di una maggiore incidenza in alcune razze rispetto ad altre. Tra le razze ad alto rischio di malattia valvolare mitralica figurano:
- Cavalier King Charles Spaniel
- Schnauzer Nano
- Barboncino
- Shih Tzu
- Maltese
- Cocker Spaniel
- Chihuahua
- Pomerania
Oltre alle variabili di razza e genetica, esistono altri fattori noti associati a un aumentato rischio di MVD nel cane. L’insorgenza di un’infezione batterica delle valvole cardiache (nota come endocardite) rappresenta un elemento che incrementa il rischio di sviluppo della malattia valvolare mitralica nei cani. Sebbene l’endocardite grave sia un’evenienza rara, alcune patologie, quali la parodontite (una comune infezione delle gengive), possono veicolare batteri nel flusso sanguigno che possono potenzialmente danneggiare le valvole cardiache.
Sintomi della malattia valvolare mitralica nel cane
Il primo segno evidente della malattia valvolare mitralica nel cane è solitamente un soffio cardiaco. Questo soffio di solito non è udibile senza l’ausilio di uno stetoscopio. Ciò significa che il proprietario potrebbe non essere in grado di rilevarlo se non quando il cane viene sottoposto a una visita di controllo di routine dal veterinario.
Con la progressione del quadro clinico della MVD, è possibile la manifestazione di ulteriori sintomi. Questi includono:
- Soffio cardiaco che, con l’aggravarsi della malattia, può divenire udibile anche senza l’ausilio di uno stetoscopio
- Tosse (soprattutto al risveglio o durante le ore notturne)
- Letargia
- Riluttanza all’esercizio fisico
- Dispnea (difficoltà respiratoria)/tachipnea (respirazione accelerata)
- Perdita di peso
- Sincope e collasso
Diagnosi
Nei cani di taglia piccola in età avanzata, lo sviluppo della malattia valvolare mitralica diventa particolarmente probabile. Di conseguenza, nel caso in cui il veterinario dovesse rilevare la presenza di un soffio cardiaco durante un esame di routine, spesso formulerà una diagnosi presuntiva. Tuttavia, ai fini terapeutici, è utile acquisire una diagnosi definitiva e definire una stadiazione della malattia.
Il veterinario dovrà condurre una serie di indagini diagnostiche, tra cui esami ematici, la misurazione della pressione arteriosa e raccomandare l’esecuzione di un’ecografia cardiaca, una radiografia o entrambe. Esiste la possibilità che l’ecografia cardiaca richieda il coinvolgimento di uno specialista. Pertanto, il proprietario potrebbe essere indirizzato a un cardiologo veterinario per il completamento di questi esami.
L’intento di questi test non è soltanto confermare la presenza della malattia valvolare mitralica (piuttosto che un’altra affezione cardiaca), ma anche stadiare la malattia per consentire al veterinario di decidere quando intraprendere il trattamento e quale regime farmacologico adottare.
Stadi della malattia valvolare mitralica nel cane
L’approccio alla stadiazione della malattia valvolare mitralica nei cani costituisce un elemento cruciale nel contesto della gestione clinica di questa patologia cardiaca. Questo processo consente di classificare la progressione e la gravità della condizione, fornendo una base solida per la pianificazione e l’implementazione di un trattamento appropriato. La stadiazione è fondata su criteri definiti che identificano diverse fasi del quadro patologico e si basa sulla collaborazione di autorevoli esperti nel campo cardiologico veterinario.
Queste categorie di stadi, denotate da lettere da A a D, sono state proposte e sviluppate da rinomati cardiologi veterinari, in linea con il consenso e la guida fornita dall’American College of Veterinary Internal Medicine (ACVIM). Le diverse fasi riflettono la progressione della malattia, dalla sua manifestazione iniziale agli stadi avanzati, consentendo ai veterinari di valutare l’evoluzione della condizione in modo sistematico. Questo processo di stadiazione rappresenta un importante strumento di valutazione clinica, che facilita una diagnosi accurata, nonché l’adeguamento delle strategie terapeutiche in base alla gravità e al contesto individuale del paziente.
Stadio A
In questa fase iniziale, il cane non presenta segni clinici evidenti di malattia cardiaca. Anche se l’esame clinico e i test strumentali come ecocardiografia e radiografia potrebbero non rilevare alcuna alterazione o soffio cardiaco, potrebbe esistere una predisposizione genetica o fattori di rischio noti che indicano la possibilità di sviluppo della malattia. Questo stadio viene spesso identificato in occasione di esami di routine. La diagnosi precoce può consentire interventi preventivi mirati.
Stadio B
Durante questa fase, il cane può presentare cambiamenti fisici causati dalla patologia (spesso manifestati attraverso un soffio cardiaco), ma non sperimenta ancora sintomi di insufficienza cardiaca. Solitamente, questo stadio viene identificato quando il veterinario rileva la presenza di un soffio al cuore durante un esame di controllo di routine. Ulteriori approfondimenti in merito al soffio cardiaco possono condurre alla suddivisione in due ulteriori sottostadi: B1 e B2.
Stadio B1
I cani nello stadio B1 presentano un soffio cardiaco ma senza evidenti alterazioni fisiche nella forma o nelle dimensioni del cuore. Questo stadio può includere anche i cani con un soffio cardiaco e lievi alterazioni nella struttura o nelle dimensioni del cuore.
Stadio B2
Lo stadio B2 si applica ai cani che presentano un soffio cardiaco e contemporaneamente manifestano cambiamenti anatomici significativi nella forma e nelle dimensioni del cuore.
La distinzione tra gli stadi B1 e B2 è stata introdotta in quanto i risultati di uno studio clinico hanno suggerito che la somministrazione di farmaci ai cani nello stadio B2 può apportare benefici, purché le alterazioni cardiache soddisfino una serie di criteri predefiniti. Solo in questo caso, il beneficio derivante dalla terapia è superiore al rischio associato e il veterinario raccomanderà l’inizio del trattamento. Tuttavia, questi cani si collocano ancora nello stadio B, poiché non hanno ancora manifestato sintomi di insufficienza cardiaca.
Stadio C
I cani nello stadio C presentano un soffio al cuore, alterazioni anatomiche cardiache e hanno manifestato in passato o presentano sintomi di insufficienza cardiaca, come la tosse. La presenza di questi sintomi può variare in base all’andamento del trattamento, poiché il cane potrebbe aver iniziato terapie che hanno ridotto o temporaneamente eliminato i sintomi. Tuttavia, è importante ricordare che questa patologia è di natura progressiva. Pertanto, nonostante una buona risposta iniziale al trattamento, col tempo qualsiasi cane sperimenterà ulteriori episodi di insufficienza cardiaca congestizia.
Stadio D
Nello stadio D della malattia valvolare mitralica, i cani presentano tutte le caratteristiche precedentemente delineate, ma l’insufficienza cardiaca ha raggiunto un grado tale da rendere inefficaci i trattamenti standard. Pertanto, è necessario ricorrere a terapie avanzate o interventi chirurgici al fine di preservare la qualità di vita dell’animale. Questa fase rappresenta il punto terminale della progressione della malattia valvolare mitralica ed è di fondamentale importanza monitorare attentamente la qualità di vita del cane e prendere in considerazione l’eventualità dell’eutanasia nel caso in cui il suo stato di benessere risulti gravemente compromesso.
Trattamento e gestione della malattia valvolare mitralica nel cane
È importante comprendere che la malattia valvolare mitralica nel cane segue una progressione inevitabile, anche se trattata. Tuttavia, è altrettanto importante riconoscere che il trattamento può rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità di vita del cane per un periodo di tempo più prolungato. Il tipo di trattamento sarà strettamente correlato allo stadio di avanzamento della malattia. Le indicazioni riguardanti le terapie da adottare avranno inizio a partire dallo stadio B2. In pratica, le scelte terapeutiche saranno basate sulla gravità della patologia e seguiranno le linee guida raccomandate per ciascuno dei diversi stadi.
Trattamento per lo stadio A
Il cane non necessita di alcuna terapia attiva. Tuttavia, è possibile scegliere di sottoporre il cane a un monitoraggio regolare o a valutazioni di screening periodiche che rispecchino il naturale processo di invecchiamento dell’animale. Queste pratiche possono contribuire a individuare eventuali cambiamenti o sviluppi nella condizione cardiaca del cane e a intervenire tempestivamente, se necessario.
Trattamento per lo stadio B1
Per i cani nello stadio B1 non è contemplato alcun trattamento specifico. Tuttavia, è consigliabile monitorare con attenzione l’animale a livello domiciliare e sottoporlo periodicamente a esami radiografici o ecografici ogni 6-12 mesi. Questa pratica è importante per rilevare tempestivamente eventuali cambiamenti nel quadro patologico e per consentire una gestione clinica mirata, qualora fosse necessario nel corso della progressione della malattia.
Trattamento per lo stadio B2
In questa fase, il veterinario raccomanderà trattamenti a basso rischio. Questi comprendono modifiche al regime alimentare del cane, come adottare una dieta a basso contenuto di sale e garantire un adeguato apporto calorico e proteico per preservare il peso corporeo mentre la malattia progredisce.
Inoltre, potrebbe essere raccomandato l’uso del farmaco pimobendan, da somministrare due volte al giorno per il resto della vita del cane. Questo farmaco contribuisce a migliorare la funzione cardiaca. Parallelamente, il monitoraggio regolare della frequenza respiratoria a riposo del cane è un importante strumento di rilevamento precoce dei sintomi di insufficienza cardiaca.
Trattamento per gli stadi C e D
Negli stadi successivi C e D della malattia valvolare mitralica, il trattamento diventa più complesso e coinvolge l’aggiunta di altri farmaci al regime terapeutico. Oltre al pimobendan, possono essere prescritti furosemide, torsemide, spironolattone, benazepril, digossina o amlodipina, a seconda delle necessità specifiche del cane.
In questa fase, il coinvolgimento attivo del proprietario diventa fondamentale. Questo comporta il monitoraggio costante del cane a livello domiciliare, assicurarsi che venga nutrito con una dieta appropriata e che i farmaci vengano somministrati secondo le indicazioni raccomandate dal veterinario. In situazioni gravi, potrebbe essere necessario il ricovero ospedaliero per trattamenti come l’ossigenoterapia e l’uso di farmaci iniettabili a dosaggi elevati. Una volta che la situazione si stabilizza, il cane può essere dimesso e il proprietario dovrà attenersi alle modifiche apportate alla terapia farmacologica.
In queste fasi avanzate della MVD canina, è consigliabile pianificare controlli veterinari ogni due mesi per valutare l’andamento della malattia e l’efficacia del trattamento, adattando la terapia secondo necessità.
Approccio chirurgico
Recentemente, si è assistito all’implementazione di interventi chirurgici miranti alla riparazione e sostituzione della valvola mitrale nel cane, ottenendo risultati complessivamente positivi. Questi interventi vengono eseguiti presso centri specializzati di eccellenza in tutto il mondo. Solitamente, tale procedura è riservata ai cani classificati allo stadio C o superiore, poiché comporta notevoli rischi chirurgici. Tuttavia, anche alcuni pazienti nello stadio B2 possono essere considerati idonei a tale intervento.
L’opzione dell’intervento chirurgico richiede una preparazione adeguata, inclusa la possibilità di affrontare frequenti spostamenti a lunga distanza per consentire al cane di sottoporsi a questa procedura cardiaca. Inoltre, è fondamentale che lo stato di salute dell’animale sia sufficientemente buono da sopportare il viaggio e l’intervento stesso.
Aspettativa di vita
Una volta che il cane raggiunge lo stadio C della malattia, l’aspettativa di vita media si riduce drasticamente a circa un anno. Questo indica che la patologia è progredita a un punto critico e che l’insufficienza cardiaca è diventata molto grave, limitando la durata della vita del cane.
Ogni cane affronta i diversi stadi della malattia in modo individuale e la velocità di progressione può variare notevolmente da un animale all’altro. I cani di piccola taglia tendono a mostrare un’evoluzione più lenta attraverso gli stadi della malattia rispetto a quelli di taglia più grande. Questo potrebbe essere dovuto a diversi fattori, tra cui le dimensioni del cuore e il modo in cui la malattia colpisce il loro sistema cardiaco. Inoltre, i cani di grossa taglia possono presentare una prognosi peggiore, indicando che la malattia potrebbe progredire più rapidamente o avere effetti più gravi.
Prevenzione
Nel contesto della prevenzione della malattia valvolare mitralica nel cane, purtroppo, le opzioni disponibili sono limitate. Una delle possibili misure preventive è curare l’igiene dentale del cane, poiché ciò può contribuire a ridurre il rischio che i batteri presenti nel sangue possano danneggiare le valvole cardiache. Tuttavia, sebbene questo approccio possa essere efficace in alcune situazioni, non rappresenta la causa primaria della MVD. Questo significa che anche i cani con denti sani possono sviluppare la malattia. Pertanto, sebbene l’igiene dentale sia una pratica salutare, non è possibile garantire che eviterà completamente lo sviluppo della malattia valvolare.
La vera chiave per la prevenzione e la gestione efficace di questa patologia risiede nella diagnosi precoce e nella gestione tempestiva. Questo comporta pianificare regolari visite veterinarie, durante le quali il veterinario può rilevare eventuali segni precoci della malattia. Inoltre, è importante considerare l’acquisto di cuccioli con genitori sottoposti a controlli cardiaci regolari. Questo può contribuire a ridurre il rischio di trasmissione genetica della malattia e può essere un passo proattivo per preservare la salute cardiaca futura del cane.
Fonti
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